venerdì 12 aprile 2013

Di rose e cambi di prospettiva


 
 
 
Eccola! La prima vera, giornata di primavera del 2013.
Zero nuvole in cielo che sembra quasi un miracolo, da tanto ha piovuto in questi ultimi mesi.
Tutte le finestre spalancate in casa per farlo entrare, questo benedetto sole che si fa vivo solo oggi dopo una latitanza durata mesi. E da quelle finestre aperte entrano anche i cinguettii degli uccellini, che sono una gioia per il cuore. Ti basta di sentirli fischiettare per essere felice. Poi vabbe’, un attimo che ti distrai ed entrano anche le mosche. E quelle rompono i coglioni di brutto.
 
Sole = Un sacco di progetti nuovi e idee per la testa. A partire dal giardino.
 
Proprio ieri mi sono imbattuta nella pagina di un vivaio che vende anche on-line (negozio on-line WOWOWOWOW!). Trasportata dalle dolci note del cinguettio di cui sopra e preda del romanticismo di questi giorni (perché nella mia testa è tutto uno svolazzio di farfalle e fiori e cose meravigliosamente romantiche, a primavera), mi sono immersa in quelle pagine.
Ed eccole là. Le rose.
Voluttuose e affascinanti che avresti voluto accarezzarle per sentirne la morbidezza, se ne stavano lì ad ammiccare a tutti i naviganti, mostrando quei bellissimi petali. Sensuali ed intriganti come solo loro sanno essere. Ti guardano dall’alto della loro magnificenza, con quel portamento così regale. Sofisticate e forti. Delicate e preziose. Loro, le maliarde, mi hanno allettata con la loro lussuriosa ridondanza di colori e la promessa di soavi profumi. E mi sono lasciata conquistare.
APERTA PARENTESI – Quella del rosaio è una novità assoluta per me. Un cambio di rotta causato da un cambio di prospettiva. Perché a me le rose hanno sempre fatto molto“cimitero”.
Avevo quest’idea del rosaio abbarbicato sui muri delle cappelline di famiglia, avvolto ai cancelli dei cimiteri oppure piantato accanto ad antiche lapidi. Ed è sempre stato difficile per me associarlo al giardino di una casa dove risiedono persone respiranti, viventi e in salute. Come i crisantemi, che anche quelli mi fanno tanti R.I.P.
Inoltre, fino ad ora le rose le ho sempre scansate come la peste nera perché si riempiono di larve, acari, ragni, pidocchi e altra roba orrida che solo a pensarci comincio a grattarmi dappertutto. Oppure possono beccarsi delle malattie micidiali tipo, seccume, marciume, cancro, muffa, ruggine … e qui mi fermo per sopraggiunto limite di schifatura.
Ed hanno le spine, che sono una gran rottura di palle (di guanti e di mani). Però, a pensarci bene, “potrebbero” rappresentare un grosso vantaggio, perché “potrebbero”essere uno strumento fondamentale per la salvaguardia della pianta stessa dagli assalti di Ellica. La quale (Ellica), 10 giorni dopo essere arrivata, aveva già sradicato un Gelsomino e tranciato di netto un’edera, per dire. (Il“potrebbero” è virgolettato perché non sono certa che du’ spinette riuscirebbero a dissuaderla dal distruggerla. Ma voglio esse’ fiduciosa) – CHIUSA PARENTESI
 
Essendocene centinaia di varietà, che c’è da impazzire a sceglierle, ho pensato che per trovare quella giusta, dovevo adottare un metodo. Così ho concentrato l’attenzione su quelle dai nomi per me più evocativi, tipo la Cinderella con i petali rosa tenue, la Snow white, una rosa antica bianco gesso, di una bellezza sconvolgente, e la Sissi, di un fantastico viola-argento. Ma anche l’Innocencia, una tappezzante bianca, la meravigliosa BlackBaccara, che manco a dirlo, è nera, l’Orient Express con i petali gialli e rosa e la Panthere Rose (non è un nome geniale?). Poi sono passata alle rose degli impressionisti: Gauguin, Matisse, Cezanne, Monet, Sisley, ecc.
Infine ho dato un’occhiata alle rose “antiche” (che mi fanno tanto “Jane Austen”, ma non chiedetemi perché).
La scelta sarà difficilissima, perché prenderei tutte quelle che ho citato, ma ovviamente, devo darmi un limite. Quindi, viste le farfalle nella mia testa e la “fase Cenerentola” che sta attraversando la picci in questo momento (che mette il cartone animato in loop, quando è a casa), ho deciso che intanto un angolo del giardino sarà dedicato alle rose delle principesse, Cinderella e Snow white. Rapunzel (che credo non esista ancora), sarò sostituita da Sissi.
Poi, non appena avrò appurato la resistenza delle rose a Ellica (e quella di Ellica alle rose), ne sceglierò qualche altra (un numero imprecisato che va da “0” a “c’è un altro angolo libero?”).
Come si dice dalle mie parti: Che Dio ce la mandi bona!

 

mercoledì 3 aprile 2013

Di mare d'inverno e picnic sulla spiaggia


A me il mare d’inverno mette tristezza. Sarà che da bambina restavo in vacanza fino a settembre, quando ormai gli stabilimenti erano praticamente tutti chiusi ed i miei amici erano già tornati a casa. Quando i pomeriggi erano diventati ormai troppo corti e quel venticello freschino, uscendo dall’acqua cominciava ad essere fastidioso. E lo so che settembre non è inverno, ma io al mare d’inverno associo queste immagini.
E mi viene in mente anche il Conte di Montecristo. Mi si è formata nella testa l’immagine di uno rimpiccato sul cucuzzolo di quell’isolotto brullo, con la sua sete di vendetta come unica compagnia, il mare in tempesta che ulula sotto di lui e il cielo bigio sulla testa. E non so perché, ma quando penso al mare d’inverno mi viene sempre in mente il Conte di Montecristo che crepa di freddo su quell’isola.

Il tempo da noi continua a fare schifo. Sembra che la primavera non abbia voglia di arrivare. E così niente mini vacanza a Pasqua. Lunedì però siamo andati a fare un giretto al mare. Niente di che, solo una passeggiata alla ricerca di un po’ di sole, visto che piove ininterrottamente da millenni ormai.

Non avevo tutta ‘sta gran voglia di andare al mare, ma avendolo a due passi da casa, mi è sembrato l’unico posto dove poter per passare una giornata in giro. Inoltre non speravo di trovare un cielo tanto diverso dal “nostro”, quindi sono partita un po’ dubbiosa.

E invece mi sono sbagliata.

Al posto del soffitto nero che mi aspettavo di trovare, c’erano delle nuvole sparse  che lasciavano filtrare dei raggi di sole caldi e invitanti. Sentivo e vedevo la primavera. E questo è bastato per scrollarmi di dosso le brutte immagini sul mare d’inverno che ho in mente.
La picci ha voluto fare un giro in spiaggia, nonostante gli scarponi anti pioggia/neve/gelo che le avevo messo (perché ero convinta che tanto, prima o poi, avrebbe piovuto!). Quella ragazza certe volte ha delle idee davvero brillanti!
Ecco, è bastata una mezza giornata di sole ed una passeggiata sulla sabbia e mi è venuta una gran voglia di fare un picnic sulla spiaggia.


Dunque questo è il mio promemoria per una giornata al mare:

ABBIGLIAMENTO

Come prima cosa devo pensare a come vestirci. Anzitutto devo tener presente che non è agosto, e quindi si resterà vestiti per tutta la giornata. Al massimo ci si potrà togliere giubbotto e restare con la felpa (a meno che non si riesca a beccare la giornata atipica con un sole che spacca le pietre e quindi via anche la felpa!).
Altra cosa da tener ben presente è la sabbia.
A meno che non si decida di fare un bel pranzo sugli scogli.
Ma io e la picci preferiamo la sabbia. Gli scogli sono un tantino pericolosi e poi io non lo so fare un castello di scogli. E neanche le tortine di scogli. Con la sabbia è tutta un’altra cosa. Costruzioni che sfidano qualunque legge della fisica, forme di tutti i tipi, senza contare che sulla sabbia si possono fare quasi tutti i giochi che ci vengono in mente.
Ma torniamo ai vestiti.
Eviterei i jeans stretti che ingessano un po’ i movimenti, preferendo a questi una bella tuta comoda, oppure dei pantaloni larghi, meglio se in cotone (l’importante comunque è che siano arrotolabili almeno fino al ginocchio). Sopra, una t-shirt, una maglia o felpa ed un giubbino leggero.

Tip: qualunque cosa decidiamo di metterci, devo essere cosciente del fatto che la sabbia ci entrerà dentro. Non c’è niente ch’io possa fare per evitarlo. Perciò mi devo rassegnare da subito. E non devo farmi venire una crisi isterica davanti alla lavatrice una volta rientrata a casa.

Il buonsenso mi suggerisce che prima di partire dobbiamo spalmarci ben bene di crema solare. (Ahhh … il buonsenso, una volta tanto!)

Scarpe e calzini saranno la prima cosa che ci toglieremo appena metteremo piede sulla spiaggia, quindi eviteremo il calzino lungo fino al ginocchio, perché ci costringerebbe a fare “le grandi manovre” per toglierlo e per rimetterlo.

Alla picci piace stare in riva al mare a cercare conchiglie. Oppure a fare castelli. Anche a dare calci alle onde che arrivano. Quindi sarà praticamente impossibile farla rimanere asciutta per tutta la giornata. Metti che arriva l’onda anomala mentre è lì che cerca la conchiglia perfetta? Perciò ci porteremo un ricambio completo (biancheria intima, pantaloni, t-shirt e felpa). Oddio, pensandoci bene potrebbe succedere anche a me di essere travolta dall’onda o inciampare e cadere in acqua. Metti che mi infradicio le chiappe alle 18.05, come faccio a tornare a casa senza bagnare la poltroncina della macchina? Ok, porterò anche per me le mutande ed i pantaloni di ricambio.

GIOCATTOLI – GIOCHI – PASSATEMPI

Considerando che le spiagge in questo periodo dell’anno sono semi deserte, ci potremo sbizzarrire con qualunque attività ci verrà in mente! Tanto non ci sarà la vicina di ombrellone a farci gli occhiacci perché stiamo interrompendo la sua lettura delle “Cinquanta Sfumature” proprio mentre quelli ci danno dentro come le scimmie.

Quindi nella borsa dei giochi ci saranno: palla, pallone, palline, racchette, aquilone e bocce (per noi adulti) e secchiello, paletta, formine, rastrello, setaccio, ecc. per la picci. E siccome a lei piace un sacco cucinare con la sabbia, mi devo ricordare di portare anche piattini, posate e pentolame vario.

Ve l’ho detto che abbiamo un cane? No??!!?! Beh, prima o poi vi racconterò di Ellica in un post dedicato.
Ellica verrà con noi, naturalmente. Ed il suo bagaglio sarà costituito da: palla già bucata, frisbee, asciugamano per pulirla ed asciugarla, telo per farla stendere e ciotola per l’acqua.

 CIBI E BEVANDE

Anche qui entra in gioco la mia mente malata, ed i troppi film visti o i troppi libri letti, perché per me, il picnic è quello con il cestino di vimini con  dentro i piatti di porcellana, le posate in acciaio e i bicchieri di vetro. E mangiare seduti per terra su una bellissima tovaglia.
Quindi no alla borsa frigo, no ai tavolini e alle seggioline pieghevoli, no ai thermos, no alle tovaglie, ai piatti, alle posate e ai bicchieri di plastica.
Lo so che poi dovrò tornare a casa con tutti i piatti sporchi, ma volete mettere l’eleganza di un pic-nic ”romantico-chic”? Tanto c’è la lavastoviglie … no??!?

Pensare al cibo da portare ad un pic-nic è la cosa che mi diverte di più, ma anche quella che mi stressa maggiormente. Perché vorrei un menù pieno di cosine piccine, sfiziose, belle e che non richiedano due giorni in cucina per prepararle.
Perciò il mio menù ideale sarebbe costituito da formaggi da servire con miele o composte di frutta, tortine, focacce o rotolini di pane farciti, pasta fredda o cous cous, verdure o insalata, un dolcino e frutta fresca per completare il pranzo. E ovviamente una bottiglia di vino leggero e profumato.
Il tutto da mangiare su una bella tovaglia colorata, abbastanza grande da ospitare comodamente noi e il cestino.

Mangeremo all’ombra quindi, per rimanere in tema “romantico-chic”, opterò per un grande telo di cotone, legato a quattro bastoni di legno che pianteremo nella sabbia (useremo delle canne che ci sono avanzate dai lavoretti in giardino l’anno scorso).


Appena gli impegni ce lo consentiranno andremo a fare un bel picnic sulla spiaggia e ve lo racconterò.

giovedì 28 marzo 2013

Di figli, adenoidi e di nuovi inizi

Ve l'ho detto che ho una figlia?? No, non mi pare.
 
La Picci ha 3 anni e lo scorso settembre ha iniziato ad andare all’asilo.
Ha iniziato a settembre ed ha smesso a ottobre. Quando ha iniziato ad ammalarsi.
Ci siamo domandati spesso come mai le venisse la febbre una volta alla settimana, la tosse col fischio e avesse il naso sempre gocciolante. Ma la risposta era sempre la stessa: deve farsi le difese immunitarie. Ecchecazzo … ma proprio tutti tutti li deve raccattare i virus in circolazione? Ha preso più antibiotici, supposte, pasticche, sciroppi, gocce e spray lei in 5 mesi, che io in tutta la vita.
L’aerosol l’ho scritto? No?!!!??! Be, anche quello.
Poi a gennaio siamo andati dall’otorino, con le stesse speranze di uno che va dall’oracolo. E infatti l’otorino/oracolo ha parlato e ci ha svelato l’arcano.
Le adenoidi.
Immaginate una palla da tennis strategicamente posizionata in modo da otturarle per benino naso e orecchie. In pratica era una bomba di moccio ambulante.
Le adenoidi sono state la causa di un infelice periodo trascorso sempre in casa e della mia irrequietezza. Aspettavo l’arrivo di settembre come un adolescente aspetta l’arrivo delle vacanze estive, per poter finalmente dedicare un po’ di tempo alla realizzazione di quei progetti che avevo in mente. Avevo uno smodato bisogno di liberare la mente dall’affollamento di idee. Dovevo realizzare qualcosa, soprattutto per scacciare l’indolenza che si stava impossessando di me.
Ma poi si sono frapposte le adenoidi e così tutto è sfumato.

Fino alla settimana scorsa, quando le abbiamo tolte!

Così ora non mi resta che aspettare la fine delle vacanze pasquali e posso finalmente ricominciare a sperare di poter mettere mano ai miei propositi.
Intanto però, mi è venuta in mente tutta quella cosa del tempo che passa e di me che non faccio una mazza, se non stare a guardare. Quindi adesso ai piccoli progetti, si sono uniti i grandi progetti. Quelli che richiedono tempo e soldi.
E ve ne voglio parlare. Perché se li scrivo anche qui, magari mi darà l’impressione che si possano concretizzare davvero, e non rimanere attaccati alle pagine della mia agenda rossa.

Ecco dunque la mia lista dei (grandi) desideri:

- Pilotare un motoaliante
- Prendere la patente nautica
- Pubblicare una mia foto su National Geographic
- Imparare a suonare uno strumento musicale
- Volare con il parapendio
- Fare hydrospeed e rafting
- Scrivere un libro
- Assistere ad una prima alla Scala di Milano
- Andare all’università
- Smettere di fumare
- Dimagrire
- Prendere il brevetto per le immersioni
- Imparare come si deve ad usare Photoshop
- Andare ad una festa in maschera durante il carnevale di Venezia
- Realizzare il giardino dei miei sogni
- Fare viaggi avventurosi
- …

Mi sono semplicemente limitata al mettere per iscritto tutto quello che mi veniva in mente, nell’ordine esatto in cui mi sono venuti in mente. Perché non ho urgenza di realizzarne uno in particolare. Vorrei solo essere capace di realizzarne quanti più possibile, perché mi sono rotta di stare a guardare.

mercoledì 27 marzo 2013

Di inizi e di liste


C’è un’agenda sulla mia scrivania. Ha la copertina di cartone rigato. Ed è rossa.
Una vecchia agenda che comprai in una libreria del centro, quando stavo cercando un taccuino sul quale annotare le cose che avevano bisogno di essere ricordate. Tipo le liste.
Mi è sempre piaciuto un sacco fare liste. Di qualunque genere.
Siccome sono una persona disordinata, una bella lista ordinata ed accurata mi ha sempre fatto sentire bene, come se fossi finalmente riuscita a mettere ordine da qualche parte.
Da ragazzina facevo liste dei libri che avevo letto e di quelli che volevo comprare, e la lista delle canzoni che avevo messo su ogni cassetta. Poi c’erano (e ci sono ancora) la liste dei regali di Natale e quella delle cose da mettere in valigia prima delle vacanze.
Perché ho la mente in continuo movimento; sono sempre stata così, fin da bambina. Pensieri che si accavallano e si affollano nella mia testa; progetti, cose da fare, posti da vedere, esperimenti. I miei mi hanno sempre detto che ho più idee che capelli in testa. Quindi le liste mi hanno sempre dato una mano ad ordinare i pensieri.

L'altra sera, rigirandomi nel letto in attesa di prender sonno, ho cominciato a pensare a quanto il tempo passi velocemente e mi sono resa conto che la vita mi sta sfilando davanti agli occhi, come se io fossi uno spettatore un po’ assente che guarda uno spettacolo noioso alla televisione. Poi, con quella paura un po’irrazionale addosso, ho iniziato a fantasticare su quante cose vorrei ancora fare e non ho mai potuto o voluto fare. Ed ho sentito improvvisa l’urgenza di mettere per iscritto ed ordinatamente tutte quelle idee, per toglierle dal caos dei pensieri.
Perciò mi sono alzata, ho preso la mia agenda rossa, mi sono accesa una sigaretta ed ho stilato una nuova lista. La mia “lista dei desideri”.
E mentre continuavo ad andare a capo mettendo lineette una sotto l’altra, mi sono anche resa conto che probabilmente quella è destinata ad essere una lista a senso unico. Solo entrate e niente uscite. Perché se è vero che di idee me ne vengono tante, è altrettanto vero che non sono esattamente una che fa proprio tutto quello che le passa per la mente.
E questo è frustrante, perché mi ha dato la dimensione della mia irrequietezza e della mia poca tenacia.
Poi ho pensato che condividendo con qualcuno questi miei pseudo-progetti, forse qualcosa riuscirò a depennare dalla lista. Prima o poi.

Quindi, tutto questo preambolo è per dirvi che non so bene come diventerà questo blog. Ma so per certo che le mie idee ci finiranno tutte dentro. Non necessariamente in ordine però ;)