Eccola! La prima vera, giornata di
primavera del 2013.
Zero nuvole in cielo che sembra
quasi un miracolo, da tanto ha piovuto in questi ultimi mesi.
Tutte le finestre spalancate in casa
per farlo entrare, questo benedetto sole che si fa vivo solo oggi dopo una
latitanza durata mesi. E da quelle finestre aperte entrano anche i cinguettii
degli uccellini, che sono una gioia per il cuore. Ti basta di sentirli
fischiettare per essere felice. Poi vabbe’, un attimo che ti distrai ed entrano
anche le mosche. E quelle rompono i coglioni di brutto.
Sole = Un sacco di progetti nuovi e
idee per la testa. A partire dal giardino.
Proprio ieri mi sono imbattuta nella
pagina di un vivaio che vende anche on-line (negozio on-line WOWOWOWOW!).
Trasportata dalle dolci note del cinguettio di cui sopra e preda del
romanticismo di questi giorni (perché nella mia testa è tutto uno svolazzio di
farfalle e fiori e cose meravigliosamente romantiche, a primavera), mi sono
immersa in quelle pagine.
Ed eccole là. Le rose.
Voluttuose e affascinanti che
avresti voluto accarezzarle per sentirne la morbidezza, se ne stavano lì ad
ammiccare a tutti i naviganti, mostrando quei bellissimi petali. Sensuali ed
intriganti come solo loro sanno essere. Ti guardano dall’alto della loro
magnificenza, con quel portamento così regale. Sofisticate e forti. Delicate e
preziose. Loro, le maliarde, mi hanno allettata con la loro lussuriosa
ridondanza di colori e la promessa di soavi profumi. E mi sono lasciata
conquistare.
APERTA PARENTESI – Quella del rosaio
è una novità assoluta per me. Un cambio di rotta causato da un cambio di
prospettiva. Perché a me le rose hanno sempre fatto molto“cimitero”.
Avevo quest’idea del rosaio
abbarbicato sui muri delle cappelline di famiglia, avvolto ai cancelli dei
cimiteri oppure piantato accanto ad antiche lapidi. Ed è sempre stato difficile
per me associarlo al giardino di una casa dove risiedono persone respiranti,
viventi e in salute. Come i crisantemi, che anche quelli mi fanno tanti R.I.P.
Inoltre, fino ad ora le rose le ho
sempre scansate come la peste nera perché si riempiono di larve, acari, ragni,
pidocchi e altra roba orrida che solo a pensarci comincio a grattarmi
dappertutto. Oppure possono beccarsi delle malattie micidiali tipo, seccume,
marciume, cancro, muffa, ruggine … e qui mi fermo per sopraggiunto limite di
schifatura.
Ed hanno le spine, che sono una gran
rottura di palle (di guanti e di mani). Però, a pensarci bene, “potrebbero”
rappresentare un grosso vantaggio, perché “potrebbero”essere uno strumento
fondamentale per la salvaguardia della pianta stessa dagli assalti di Ellica.
La quale (Ellica), 10 giorni dopo essere arrivata, aveva già sradicato un
Gelsomino e tranciato di netto un’edera, per dire. (Il“potrebbero” è virgolettato
perché non sono certa che du’ spinette riuscirebbero a dissuaderla dal
distruggerla. Ma voglio esse’ fiduciosa) – CHIUSA PARENTESI
Essendocene centinaia di varietà,
che c’è da impazzire a sceglierle, ho pensato che per trovare quella giusta,
dovevo adottare un metodo. Così ho concentrato l’attenzione su quelle dai nomi
per me più evocativi, tipo la Cinderella
con i petali rosa tenue, la Snow white,
una rosa antica bianco gesso, di una bellezza sconvolgente, e la Sissi, di un fantastico viola-argento.
Ma anche l’Innocencia, una
tappezzante bianca, la meravigliosa BlackBaccara,
che manco a dirlo, è nera, l’Orient Express con i petali gialli e rosa e la Panthere Rose (non è un nome geniale?). Poi sono passata alle rose degli
impressionisti: Gauguin, Matisse, Cezanne, Monet, Sisley, ecc.
Infine ho dato un’occhiata alle rose
“antiche” (che mi fanno tanto “Jane Austen”, ma non chiedetemi perché).
La scelta sarà difficilissima, perché
prenderei tutte quelle che ho citato, ma ovviamente, devo darmi un limite. Quindi,
viste le farfalle nella mia testa e la “fase Cenerentola” che sta attraversando
la picci in questo momento (che mette il cartone animato in loop, quando è a
casa), ho deciso che intanto un angolo del giardino sarà dedicato alle rose
delle principesse, Cinderella e Snow white. Rapunzel (che credo non esista
ancora), sarò sostituita da Sissi.
Poi, non appena avrò appurato la
resistenza delle rose a Ellica (e quella di Ellica alle rose), ne sceglierò
qualche altra (un numero imprecisato che va da “0” a “c’è un altro angolo
libero?”).
Come si dice dalle mie parti:
Che Dio ce la mandi bona!